L’opera “Futuro Interiore” di Vera Bugatti fa parte del progetto NIU “Nuove Identità Urbane” realizzato dal Comune di Latina e vincitore del Secondo Avviso della Regione Lazio “Lazio Street Art 2022”.
Fanno parte del progetto le opere Il buttero di Attorrep e Impronta EGOlogica di Oniro.
L’opera di Vera Bugatti è onirica e reca una valenza simbolica, proponendo una personificazione femminile che ricorda alcuni pezzi teratologici dipinti in passato dalla stessa artista.
Una giovane donna con il capo che si muta in un ammasso di tentacoli di piovra fa scivolare fra le dita un elastico che regge un neonato dormiente avvolto in un panneggio. Al centro della composizione il corsetto della ragazza mostra un ambiente straniante che le attraversa il corpo dal petto al ventre, rivelando un palcoscenico spoglio che ospita una poltrona vuota ed alcuni oggetti.
Il titolo allude al tempo verbale del futuro anteriore, che si palesa a livello iconografico come futuro interiore, prefigurazione di ciò che si suppone sarà il destino di lei, in base a come deciderà di agire. Lo stesso tempo verbale è detto anche futuro composto e ciò richiama ad uno spazio temporale con-posto, con riferimento a quella seduta che attende ognuno come protagonista e giudice del proprio spettacolo, quasi un’etimasia psicologica ineluttabile che dalla sfera del sacro salta al fenomeno della coscienza.
Accanto alla poltrona campeggiano una valigia e alcuni libri, simboli di conoscenza e comprensione dell’altro. Nel bimbo dormiente si richiama il tema della cura dei figli, ma anche l’idea che venendo al mondo si è già fortemente condizionati.
Il capo tentacolato è un duplice rimando simbolico. Da un lato le difficoltà da affrontare, le vessazioni subite, la tirannia cui si è soggiogati. Dall’altro l’adattabilità e il potere del rinnovamento, un vero e proprio rigenerarsi. Dai tentacoli, nella parte sinistra dell’opera, nascono infatti dei fiori.
Legato ad essi, a bilanciare il movimento tentacolare, pende un altro elastico che regge un pesce boccheggiante, ad evocare il rapporto con sé stessi di fronte agli urti del mondo.